Da una recente sondaggio è emerso che un italiano su 2 sarebbe disposto a vendere i propri dati personali. Io non lo farei mai, quindi l’altro sei tu?
Kaspersky Lab ha recentemente condotto una ricerca da cui emerge come sempre più utenti sarebbero disposti a condividere le proprie informazioni in cambio di denaro o qualsiasi vantaggio materiale immediato.
Questo atteggiamento nasce da diversi fattori: più della metà degli utenti che utilizza Internet (56% a livello globale, 63,5% in Italia) ritiene che avere una privacy totale nel mondo digitale attuale sia impossibile. Conseguentemente, invece di difendere i propri dati e la propria immagine online, tanto vale “svenderli” per ricavarne qualcosa.
Tutto questo malgrado alcuni scandali di grande rilevanza legati alla condivisione dei dati (incluso il caso di Facebook, che ha concesso a Netflix e Spotify la possibilità di cancellare i messaggi privati degli utenti) abbiano provocato indignazione e preoccupazione nella comunità del web.
La condivisione compulsiva della propria vita privata e lavorativa non conosce freni malgrado sia oramai uso comune per i datori di lavoro (attuali o potenziali) esplorare canali social come LinkedIn, Instagram o Facebook per verificare la rispettabilità dei propri dipendenti o dei possibili candidati e per accertarsi che i lavoratori non screditino in alcun modo l’azienda. Gli stessi dipendenti devono anche prestare molta attenzione a non rivelare troppe informazioni del loro lavoro o di loro stessi sui social media. Statistiche e sondaggi dicono che un datore di lavoro su due ha trovato contenuti sui social media che l’hanno portato a non assumere un potenziale candidato; uno sue tre avrebbe intrapreso un’azione disciplinare o addirittura licenziato un dipendente a causa di contenuti condivisi online.
Ci sono comunque buone notizie; il 64% degli italiani per tutelare la propria la privacy protegge i dispositivi tramite password, uno su tre controlla e cambia regolarmente le impostazioni della privacy sui propri dispositivi, anche rispetto ai servizi e alle App che utilizza. Un italiano su 5 arriva anche a coprire la webcam per proteggere la propria privacy. Purtroppo una percentuale minima sceglie anche di crittografare i propri dati.
I consigli anche se banali rimangono sempre validi:
- Valutare le possibili conseguenze prima di postare delle informazioni o dei contenuti sui social media.
- Non condividere le password dei propri account online, neanche con familiari o amici. Le persone cambiano e le relazioni anche.
- Scaricare solo applicazioni legittime per archiviare e proteggere i propri dati sensibili.
- Utilizzare soluzioni di sicurezza affidabili per la protezione dei dispositivi che contengono i propri dati personali.